#ioenonna13 - la Terra e le sue proprietà
Ho nove anni e raccolgo le olive. Le cerco tra le foglie e tra i sassi.
Mi piace molto guardare i grandi, mentre scuotono gli alberi.
Gli ulivi iniziano a piangere e le loro lacrime sono rotonde e verdi. Una pioggia verde. Mi piace vedere gli alberi che piovono verde.
Mi siedo con la schiena appoggiata al tronco, perché voglio sentire la pioggia di olive. Mamma dice che mi farò male prima o poi, che qualche oliva mi finirà sugli occhi, che sono dure come sassi perché non ancora mature ma a me la pioggia verde piace, e poi la si può ammirare solo una volta all‘anno, ragion per cui vale la pena rischiare.
Tra qualche ora il sole inizierà a scendere e noi riprenderemo il sentiero in fila indiana.
Entro come un fulmine nel cortile dei nonni. Manco da agosto e mi sembra un tempo infinitamente lungo. Faccio il giro degli orti saltellando, la fatica del sacco di juta l‘ho già dimenticata.
Mi tolgo scarpe e calze ed entro nell‘orto di Nonna.
La terra fredda e bagnaticcia mi fa trasalire. Affondo i piedi. È morbido e ruvido allo stesso tempo. Mi salutano infreddoliti quel che resta dei raccolti; un po' di fave e piselli, qualche cavolo e cavolfiore, cipolle e aglio e io sussurro “sono tornata”.
Nonna ha appena pulito gli orti. Si capisce dal fatto che la terra è molto morbida e tutta ribaltata e sembra un tappeto marrone perfettamente uniforme con qua e la qualche ortaggio che lo macchia di verde.
Gli agrumi, piegati dal peso dei loro frutti, brillano a ogni colpo di luce. Mi sembrano dorati. Arance, mandarini, qualche melograno tardivo, profumano l‘aria attorno e io sussurro di nuovo “sono tornata“.
Sono i primi giorni di Dicembre e a Milano inizia a fare freddo. Mi piace il freddo di Milano. Ti indurisce e ti fa fiatare come un drago. Ci ho messo un po‘ ad abituarmi, ma alla fine siamo finiti per diventare amici, io e il freddo meneghino. Quest‘anno è tornata pure la nebbia. Ci sono state delle giornate ovattate come non si vedevano da anni.
Sono sul mio terrazzino e sotto svariati strati di maglioni, e orgoglio auto celebrante, osservo la serra che ho appena finito di montare.
Come ben ricordate, alla fine di ottobre, avevo azzardato una semina fuori stagione di fagioli borlotti, patate e bulbi d‘aglio.
I fagioli non ce l‘hanno fatta. Ai primi colpi di freddo si sono ritirati.
Le patate e l‘aglio invece, resistono e combattono insieme a me. Per loro ho montato la serra che li terrà al riparo fino a marzo, quando verrà il momento del raccolto di questa strana semina fuori tempo e fuori stagione.
Gli altri vasi gli metterò in punti più riparati del terrazzino. Si può usare anche il tessuto non tessuto, per coprire i vasi e preservare le radici dalle gelate. Questo accorgimento può essere importante per gli agrumi.
Io possiedo tre alberi di limoni. Provengono da semina. Una volta, per gioco, buttai dei semi di limone in alcuni vasi. Con mio estremo stupore spuntarono un sacco di piantine.
Nel tempo riuscirono a sopravvivere tre e diventare degli alberelli.
A dire il vero i miei limoni sono molto provati. I vasi sono diventati molto piccoli per loro ed è passato tanto tempo dall‘ultima volta che ho rinnovato il terriccio. E come se non bastasse, ho usato il terriccio sbagliato.
Gli agrumi necessitano un substrato un po‘ più acidofilo. E poi gli attacchi del ragnetto rosso e i periodi di mancanza d‘irrigazione.
Insomma, nonostante la mia totale disattenzione nei loro confronti, quest‘anno, i miei alberelli mi hanno regalato dieci limoni; primi frutti a dieci anni dalla semina. Nonostante tutto, i miei limoni sono riusciti a fruttificare.
La Natura vince, sempre. E ti impartisce la lezione più importante di tutte; non è sicuro che quanto semini raccoglierai, ma è certo che se non semini, non raccogli.
Voi non fate assolutamente come ho fatto io. O se volete fatelo.
In teoria si dice che le piante degli agrumi ottenute da seme fruttificano male, perciò è meglio acquistarle già pronte e soprattutto già innestati, da trapiantare in primavera inoltrata quando sarà passato il pericolo delle gelate. Il contenitore destinato ad accogliere una pianta adulta dovrà misurare almeno 45 cm di larghezza e profondità. Ma se avete spazio, più grande è il vaso, meglio è.
Gli agrumi preferiscono un clima mite e caldo, amano le esposizioni a mezz‘ombra e riparati da venti forti. Perciò a Milano, se avete spazio, i vasi possono essere sistemati in un locale non riscaldato ma luminoso. Su balconi e terrazzini invece, si può avvolgere la chioma delle piante con un telo tessuto non tessuto e fasciare il vaso con materiale isolante.
Crescono bene in terreni leggeri e acidofili e ricchi di sostanza organica (in commercio ci sono specifici terricci per agrumi). Vogliono annaffiature abbondanti e regolari, d‘inverno si possono diradare ma non sospese del tutto.
Ogni anno, all‘inizio della primavera, è indispensabile una buona concimazione con un fertilizzante completo e ricco di ferro. Ed è quello che farò anche io questa primavera. Dopo aver raccolto i miei dieci limoni, regalerò agli alberelli, dei vasi più grandi e la terra che si meritano.
Gli agrumi danno frutti da novembre a marzo, ma alcune varietà di limone fioriscono e fruttificano nel corso di tutto l‘anno. Marzo/ aprile sarà il momento giusto per piccole potature.
Per il loro sviluppo contenuto, i più adatti per la coltivazione in vaso sono il mandarino ( Citrus reticulato) il calamondino (C.mitis), un ibrido tra il limone cinese e il mandarino, e il limone (C.limon), soprattutto nella varietà Florentia che fiorisce e fruttifica in ogni stagione.
I miei alberelli sono spesso disturbati da cocciniglie e ragnetti rossi.
Le cocciniglie sono piccoli insettini, che si comportano come le afidi, nutrendosi di linfa e producendo melata. Sotto le foglie si crea una patina fuligginosa e appiccicosa, che io sono riuscita a togliere con i batufoli di cotone intrisi nel alcool…le cocciniglie però, hanno una corazza che difende dagli agenti esterni come per esempio gli insetticidi. Io ho usato il sapone di Marsiglia diluito e il risultato è stato immediato.
Il ragnetto rosso invece è un acaro che infesta le piante. Essendo minuscolo non si nota subito. Si notano prima le foglie deformate e decolorate.
Non ama l‘umidità e la sua diffusione si previene con irrigazioni frequenti. Si può contrastare anche con un macerato di aglio e peperoncino oppure col sempre adorato sapone di Marsiglia.
Insomma d‘inverno, si tiene a riparo si pulisce e si prepara per la semina.
Presto arriverà febbraio e a febbraio Nonna concima.
È meglio dare da mangiare cose buone alla Terra, così poi Lei, darà da mangiare a noi. Così dice Nonna e a me sembra un patto più che onorevole.
Noi nutriamo la Terra e la Terra nutre noi.