#ioenonna9 - I fiori commestibili.

Tutto è cominciato con una limonata di rose.

Le bottiglie stavano in fila, nel ripiano più basso della credenza, per non prendere troppa luce, nelle estati calde del sud. Qualche volta di pomeriggio, aprivo la finestra e i raggi più bassi del sole le colpivano, creando delle macchie rosa - viola sul pavimento di pietra.

L‘estate era per me la limonata di rose di nonna.

Ecco cos’era l’estate. La sua meravigliosa limonata di rose.

Era molto facile farla.

Si raccoglievano le rose, innanzitutto, da due roseti grandi, di fronte a casa, che ci regalavano fiori in abbondanza.

Nonna metteva i petali nelle bottiglie di vetro. Ne metteva tanti. Riempiva le bottiglie quasi più della metà. Poi aggiungeva acqua e qualcosa di acidognolo che ho poi scoperto, essere l’acido citrico. E poi metteva anche un po’ di zucchero, un cucchiaio e mezzo a bottiglia circa. Lasciava a riposo per un paio di settimane scuotendo ogni tanto le bottiglie.

Poi filtrava.

Limonata di rosa, si chiamava quel liquido divino.

Tutti i bambini del paese la conoscevano.

Nei momenti più noiosi della giornata, Nonna appariva, con una brocca colma e un vassoio pieno di bicchieri.

Ovunque ci trovassimo; arrampicati sugli ulivi o sdraiati sulla terra erbosa, a cavallo sui muretti a secco o dietro a una palla o a un capretto uscito dal recinto, l‘odore di rosa ci attirava come api. E così, pieni croste e di sudore, correvamo per andarle incontro.

La questione dei fiori mi viene in mente qui in città, dentro ad un supermercato che dire “freddino” è poco, osservando  il banco delle insalate. Sono tristi, le insalate, nei loro sacchetti di plastica, penso.

E poi vedo i fiori. Anche loro in sacchetti di plastica.

Ma certo, i fiori, penso. Sono meno tristi ma non sono la rappresentazione della felicità in quei sacchetti opalescenti.

Non avevo ancora pensato di sperimentare una cucina a base di fiori commestibili, almeno il sacchetto un’idea me l’ha fatta venire.

Un‘amica una sera me li ha proposti in insalata adesso che ricordo. E’ stata la prima volta che li ho mangiati. Non sono certo stupita se penso alle rose di nonna perciò ci sono fiorellini che si possono mangiare, aggiunti in insalata, oppure usati per decorare le torte e per guarnire qualsiasi altro piatto.

Fiori, mica cannoni. Una lezione che l’uomo fatica ad imparare. Forse se al posto dell’uomo ci fosse una donna la lezione sarebbe già stata appresa ma a quanto pare quando si parla di Uomo si parla anche di Donna. Corriamo oltre. La natura ci offre sempre tutto il possibile in un continuo sforzo inesauribile. Una meraviglia che trova nei fiori il senso compiuto della bellezza mai fine a sé stessa. Nella bellezza della natura c’è qualcosa che è davvero imperscrutabile. Nonostante i nostri sforzi per addomesticarla se non distruggerla la natura dona. Gratis e sempre.

E insomma… Mi sono appassionata ai fiori edibili e mi sono messa giù qualche spunto.

Cominciamo con le Viole e Viole del Pensiero che  possono fiorire sia in primavera ed estate sia in inverno. Hanno bisogno di luce per fiorire bene ed essere annaffiate con regolarità evitando i ristagni d’acqua. Preferiscono un fertilizzante con molto potassio.  Se si vogliono coltivare in casa le viole si colgono con lo stelo e quando si sono schiuse. E la cosa bella è che coglierle frequentemente (ma con attenzione!)  favorisce la crescita di nuovi fiori. Le viole hanno un sapore di lattuga, profumato e delicato. Ci sono varietà che fioriscono come detto all’inizio anche nei mesi invernali per cui si può evitare di restare a secco anche in coltivazioni casalinghe. Ho imparato leggendo qua e là che un buon utilizzo è  brinarle per decorare torte e dessert. Una cosa che si può fare con la gran parte dei fiori edibili. Per fare i fiori questi vanno messi in una ciotola d’acqua fresca, poi tamponati, facendo attenzione che sono delicatissimi. Li si passa poi in un chiaro d’uovo mescolato a parte e quindi nello zucchero semolato in modo da imperlarli per benino. Quando saranno perfettamente asciutti saranno anche pronti e ci possono mettere fino a  24 ore, di solito li metto su carta da forno e poi li copro per usarli il giorno dopo in qualche torta, come decoro. Sul balcone di casa in ogni caso le viole trovano lo spazio ideale di coltura anche in città. Perlomeno… Io sono contenta.

Le primule mi piacciano particolarmente perché sono sempre state l’annuncio della primavera. Le varietà che si possono usare di questi fiori primaverili sono Polyanthus, Primula Odorosa e Primula. Hanno un gusto dolce e delicato. In questo caso è bene rimuovere i gambi prima di usare i fiori.

Un fiore carino: i pratolini comuni.

Sono parenti delle margherite e si chiamano Bellis Perennis, che è sicuramente un bel nome e i petali si usano per guarnire dessert, zuppe o insalate.

Attenzione però perché per chi soffre di raffreddore da fieno li deve assolutamente evitare, perché potrebbero provocare una reazione allergica.

La lavanda, bella e buona.

Nonna ne aveva quantità industriali, che in estate davano al giardino di casa un profumo e un aspetto unico.

I fiori di lavanda oltre che avere un colore meraviglioso sono ottimi nei piatti di carne. La lavanda è buona anche mescolata allo zucchero per torte e dessert oppure immersa nello   champagne e anche nel gelato. Sul balcone o in terrazzo la lavanda è semplicemente una meraviglia. I suoi fiori lilla a forma di spiga profumano tutto l’ambiente e attirano moltissimo le api. Anche in città! Provare per credere. La lavanda ama il sole ed un vaso di media grandezza è una pianta molto resistente ma va seguita con un’attenta potatura. È adattabile anche se preferisce substrati calcarei e leggeri: si potrebbe aggiungere sabbia al terriccio universale mentre è da evitare il terriccio per le piante acidofile. I fiori della lavanda si raccolgono in estate. Naturalmente si possono fare mazzetti da essiccare per profumare armadi e cassetti.  Alla fine dell’estate meglio  cimare la pianta togliendo i rami secchi in modo da tenere giovane il cespuglio per non farlo diventare troppo legnoso.

Quanto mi piacciono i Tulipani!

Anche i tulipani sono un ricordo lontano. In quel caso era mio nonno che li teneva via fino a quando non li piantava di nuovo.

I fiori di tulipano hanno un sorprendente gusto dolce che ricorda quello dei piselli. Quelli col gusto più deciso sono quelli che sbocciano singolarmente in primavera.  Un bulbo di tulipano produce un fiore. Se è un buon bulbo può produrre fino a quattro fiori.

Il primo fiore ha un sapore molto intenso.

Man mano che sbocciano i secondi e i terzi il sapore diventa più delicato.

Questa stramberia dei tulipani l’ho scoperta qui, nella Metropoli. Come tante altre belle stramberie. Prima di scoprire che fossero mangiabili li coltivavo per piacere, per godere della loro bellezza. Una bellezza breve; i fiori durano una settimana dieci giorni poi iniziano a sfiorire. Ma vale la pena di pazientare perché sono stupendi. Anche i tulipani però possono causare reazioni allergiche, quindi bisogna fare attenzione quando si assaggiano. I bulbi non si mangiano. Anzi i bulbi sono proprio velenosi.

Si possono interrare a gennaio – febbraio e si avranno i primi fiori a marzo – aprile.

Se abbondate con la scelta dei bulbi avrete un terrazzo multiedibile e multicolore che vi renderà felici.

Che fine fa un garofano?

Il fiore di garofano è commestibile.

Mi ha stupito molto questa scoperta.

Strano, ma davvero strano,  che Nonna non abbia mai preso in considerazione i garofani.

La sua limonata di rose era famosa in tutto il paese.

Invece sul garofano mi sfugge tutto.

Eppure ne avevamo i davanzali pieni.

Appena li sfioravi ti violentavano con il loro profumo. Ti rimaneva addosso, oleoso e dolce.

Per tanto tempo non ho più sentito un profumo così. In città, si sa, i fiori non sanno di fiori.

Fino a che un bel giorno, è apparso al mercato sotto casa, un signore un po’ scorbutico, ma in materia floreale, autorevole, un fioraio.

Un vaso di garofani bianchi primeggiava sulla bancarella zeppa di ogni ben di dio, in termini di flora. Anche la fauna che girava da quelle parti non scherzava.

Senza nemmeno chiedere il permesso, come presa da un impulso primordiale, ho affondato le narici dentro quei fiori schiusi succulenti e pieni di petali.

Il profumo, violentemente mi spinse indietro, molto indietro, fino a quei dolci e oleosi fiori sui davanzali di Nonna. Un garofano vero.

Un garofano.

Preso immediatamente, senza dare tempo al fioraio molto scorbutico di lamentare l’invadenza delle mie narici.

È stato l’inizio di un‘amicizia. Da non crederci il fioraio scorbutico si è rivelato un validissimo consigliere ed è diventato il mio fioraio di fiducia.

Il fiore ha un sapore pungente, simile ai chiodi di garofano. Si usano solo i petali, eliminando la base da dove spuntano. Sono ottimi per insaporire tisane e limonate, insalate e dolci.

Inevitabile camomilla.

La camomilla è una pianta annuale. Si può coltivare in cassette per davanzali a partire dalla primavera.

I semi vanno inseriti nella terra a primavera inoltrata. Le piantine vanno poi diradate e messe a circa 15 cm di distanza. Si possono usare le cassette per i davanzali, le fioriere ma anche i vasi normali. Meglio dedicarle un suo vaso perché la pianta cresce anche nelle stagioni successive nella stessa terra dov'era stata piantata. Si può usare un normale terriccio universale. Necessita annaffiature costanti evitando i ristagni d’acqua.

Le piace il sole.

I fiori sono pronti appena si schiudono.

Vanno raccolti la sera e messi ad essiccare in un luogo asciutto e ben areato. Io e Nonna, raccoglievamo i rami selvatici al mattino molto presto, prima del primo sole. La sera in quei campi si potevano avere degli incontri spiacevoli con ragni vipere e scorpioni. E allora preferivamo uscire prima del sole per raccogliere quei fiori vellutati.

Sui balconi il problema delle vipere e dei scorpioni non si pone quindi possono essere tranquillamente raccolti la sera. State sereni.

Una volta essiccati, i fiori li conservo in barattoli di vetro oppure dentro a sacchetti di garza.

Esistono un sacco di specie di camomilla ma quelle più diffuse sono la Camomilla Comune o Tedesca e la Camomilla Romana.

I fiori sono molto belli e profumati e garantiscono infusi domestici di qualità.

Le proprietà di questi piccoli fiori   sono innumerevoli.

Sono antinfiammatori, antisettici, antispasmodici, sedativi e aiutano la digestione, promuovono il ciclo mestruale e favoriscono l’espulsione dei gas intestinali, alleviano i dolori di stomaco e quelli mestruali e danno sollievo alle malattie da raffreddamento.

Che dire?

Sono fiori miracolosi che assomigliano a piccoli soli. Un po’ mimose un po’… camomilla.

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